L’attacco alle condizioni di vita e alla dignità di lavoratrici, lavoratori e ceti popolari ha assunto in questi mesi dimensioni gigantesche, e nulla di buono si profila all’orizzonte, anche nel caso dovesse cambiare il quadro politico e di governo. Sostanzialmente si chiedono sacrifici ai soliti noti e si punta a far pagare i costi della crisi economica e del debito pubblico ai più svantaggiati.
Di fronte a questo attacco la risposta del sindacalismo di base è stata l’indizione di due “scioperi generali” a distanza di due settimane uno dall’altro: il 17 novembre (Confederazione Cobas e Cub) e il 2 dicembre (USB, Slai-Cobas, CIB-Unicobas, Snater e Usi-Ait).
Noi sottoscritti delegati, militanti e iscritti appartenenti a diversi sindacati di base e alternativi, pensiamo che questa scelta sia assurda e del tutto improponibile a lavoratrici e lavoratori che rappresentiamo o con i quali ci incontriamo tutti i giorni sui posti di lavoro.
Non vogliamo entrare nel merito delle divergenze tra i nostri gruppi dirigenti, considerato che si tratta di contrasti di natura politico-partitica che nulla devono avere a che fare con una lotta sindacale indipendente e alternativa oggi più che mai necessaria.
Non esiste un solo motivo di natura sindacale per il quale non si possa scioperare tutti insieme contro le manovre del Governo e i diktat di Commissione Europea e Banca Centrale.
Chiediamo pertanto a tutti i gruppi dirigenti delle nostre organizzazioni sindacali di recedere dalle rispettive proclamazioni, di fare un passo indietro e indicare un’altra data comune per una mobilitazione unitaria, maggiormente in grado di raccogliere consenso e partecipazione.
Di fronte a questo attacco la risposta del sindacalismo di base è stata l’indizione di due “scioperi generali” a distanza di due settimane uno dall’altro: il 17 novembre (Confederazione Cobas e Cub) e il 2 dicembre (USB, Slai-Cobas, CIB-Unicobas, Snater e Usi-Ait).
Noi sottoscritti delegati, militanti e iscritti appartenenti a diversi sindacati di base e alternativi, pensiamo che questa scelta sia assurda e del tutto improponibile a lavoratrici e lavoratori che rappresentiamo o con i quali ci incontriamo tutti i giorni sui posti di lavoro.
Non vogliamo entrare nel merito delle divergenze tra i nostri gruppi dirigenti, considerato che si tratta di contrasti di natura politico-partitica che nulla devono avere a che fare con una lotta sindacale indipendente e alternativa oggi più che mai necessaria.
Non esiste un solo motivo di natura sindacale per il quale non si possa scioperare tutti insieme contro le manovre del Governo e i diktat di Commissione Europea e Banca Centrale.
Chiediamo pertanto a tutti i gruppi dirigenti delle nostre organizzazioni sindacali di recedere dalle rispettive proclamazioni, di fare un passo indietro e indicare un’altra data comune per una mobilitazione unitaria, maggiormente in grado di raccogliere consenso e partecipazione.
Per adesioni: uniamocidalbasso@gmail.com
indicando
COGNOME NOME CITTà LUOGO DI LAVORO DELEGATO/A RSU O ALTRO INCARICO SINDACALE
Pubblichiamo la mail che abbiamo ricevuto dal Coordinamento Precari Scuola di Roma
RispondiEliminaIl Coordinamento Precari Scuola di Roma aderisce agli scioperi indetti dal sindacalismo di base nelle giornate del 17 novembre e del 2 dicembre e sostiene, come ha sempre fatto, tutte le mobilitazioni studentesche che si svilupperanno in italia. Nello stesso tempo, data la difficoltà in cui versa il mondo del lavoro, e la scuola in primis, con attacchi durissimi che si sono manifestati attraverso le promesse compiute dallo Stato Italiano alla BCE - facilitazioni nei licenziamenti, fondi destinati alle scuole solo ed esclusivamente in funzione dei test invalsi, etc. - il coordinamento precari scuola auspica un processo di convergenza tra quei sindacati che si dichiarano contrari ai ricatti imposti dalla bce - che sino ad ora, in special modo sul terreno sindacale, non si è verificato. Se non vogliamo che la crisi durissima che stiamo vivendo sia pagata dai lavoratori, com'è nelle intenzioni della classe dirigente italiana, di maggioranza e di opposizione, dobbiamo rispondere con una mobilitazione forte ed unitaria che imponga alle componenti sociali e politiche che sono state maggiormente responsabili della crisi, di assumersi per intero il carico dei danni che hanno provocato, di pagare in prima persona il costo della crisi e di restiruirci il danno che ci hanno inflitto in questi anni con la scusa delle manovre contabili e dei tagli di bilancio. Affrontare questa difficile fase con scioperi generali separati o, ancor peggio, attendendo le compatibilità politiche con i Governi che verranno, ci sembra insufficiente rispetto ai danni che stiamo subendo e che subiremo nei prossimi mesi.
Il Coordinamento Precari Scuola - Roma
http://cps-roma.blogspot.com/